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Un mondo di ... birra da BeerShop Gran Cru

Protagonista della nostra rubrica ‪#‎conforzaecoraggio‬ di oggi è la birra. In tutte le sue versioni e da tutte le parti del mondo. Un locale aperto a Pesaro poco più di un anno e mezzo fa, una start up in questo settore per la città e soprattutto una sfida vinta da Marco, il suo proprietario, che ha scelto proprio Pesaro per la sua “creatura” e che ha trovato un’ottima risposta dal territorio. Buona lettura con BeerShop Grand Cru.
Buongiorno Marco da che cosa è nata la voglia di intraprendere una attività tutta dedicata alla birra in una città come Pesaro? Ci puoi raccontare la tua storia imprenditoriale?
Ho aperto questo locale nel gennaio 2014. BeerShop Gran Cru è nata da un gruppo di ragazzi di Rimini che hanno creato una rete di locali, tra cui questo negozio a Pesaro tutto dedicato alle birre artigianali. Io sono originario di Napoli, poi ho vissuto a Spoleto 10 anni e nel 2011 con BeerShop abbiamo aperto un pub ed è nata questa passione per la birra. Devo ammettere che sono un nomade, non ho grossi problemi a spostarmi, poi la mia fidanzata vive a Rimini così ho deciso di trasferirmi. Avevo questo grande sogno di aprire un negozio dove le pareti del negozio non si vedessero perché coperte dalla birra. E con forza e coraggio il sogno è diventato realtà.
Quanta passione e convinzione ci deve essere dietro una scelta di dedicarsi a un mercato così settoriale, hai fatto una ricerca prima della decisione finale?
Prima di realizzare tutto questo c’è stato un lungo percorso: a Spoleto lavoravo in cementeria oltre che nel pub, poi una volta a Rimini ho conosciuto i ragazzi del BeerShop e ho fatto un indagine di mercato nel 2013 per capire se fosse proficuo poter aprire un’attività. A Pesaro mancava un posto come questo ma dal mio studio della città mi sono spaventato un po’. Da napoletano mi spiazzava vedere che il sabato pomeriggio il centro storico era pieno di gente ma poi dopo le 19.30 si era svuotato completamente. Inoltre in viale Trieste o trovavi ragazzini molto giovani o persone adulte e mi chiedevo “Ma la fascia intermedia dov’è?”. Poi tornai per una festa della birra e notai che invece c’erano molti giovani. A quel punto non c’erano più dubbi: era giunta l’ora di rimboccarsi le maniche e cercare di aprire.
Quanto è vasto il mondo della birra e quanto sono esigenti i tuoi clienti?
Il mondo della birra è molto vasto. A livello di birra artigianale in Italia abbiamo raggiunto livelli molto alti. Dal 1995 dove Moretti era il solo e c’erano 20-25 birrifici, arriviamo oggi a contarne più di 800. Indubbiamente è diventata una moda quella di fare birra artigianale qui in Italia, ed in molti decidono di investire sul fare birra.
Quanto sono esigenti i clienti?
Tanto, diciamo che molti li abbiamo istruiti in questo anno e mezzo. A Pesaro prima qui c’era molta birra commerciale, ma anche grazie ad alcune domeniche dove faccio degustazioni dei vari prodotti cerco anche di fare cultura.
Sei molto attendo ai trend del mercato? Il territorio locale offre prodotti di qualità?
Nella Regione Marche sono nati molti birrifici nuovi negli ultimi 2 anni, alcuni qualitativamente più alti, altri meno, il marchio che mi piace di più è di Macerata, la MC – 77. Anche qui in Provincia di Pesaro e Urbino stanno nascendo parecchi birrifici, ad esempio i ragazzi di Costa Est sono molto bravi, la fanno fare, pur non avendo un birrificio loro. Ma bisogna sottolineare che ci sono birre e birre e che non tutte le birre artigianali sono di qualità; i mastri birrai veri e propri ormai sono pochi e hanno una storia di anni e anni, non ci si inventa un’arte in poco tempo.
Si può abbinare la birra a qualsiasi pasto?
Certo che si può, anzi si dovrebbe iniziare a fare scuola. Si possono fare moltissimi abbinamenti di piatti con la birra; dal pesce alle ostriche. Ho fatto un corso cibo-birra con Magazine Fermento Birra e vi dirò che ho scoperto abbinamenti davvero azzeccati. Il segreto è avere sete di conoscenza, di scoperta e di studio.
Cosa ne pensi dei giovedì in Via Cavour?
Devo dire che portano movimento in centro città, soprattutto in estate, io ammetto che lavoro parecchio, unirsi assieme agli altri commercianti ha avuto un bel successo, è una serata tranquilla, organizzata tra di noi ma sempre rispettando le regole. Organizzeremo queste serate fino fine agosto e faremo un paio di date con i balli popolari, pizzica, flamenco, musica country.
Qual è il tuo cliente tipo e cosa ricerca tra le varie birre?
Il pesarese medio nel 70% delle volte sceglie birre molto luppolate, fruttate ma con un finale amaro, sono quelle che vendo di più. Inoltre ho appassionato una buona fetta di persone adulte che si sono incuriosite, anche se i giovani sono sempre i più curiosi.
E con la burocrazia? Quanto è stata di intralcio per aprire?
La burocrazia è molto vincolante, molto. Non sarebbe male poter accompagnare una birra con un po’ di affettato, non dico di fare ristorazione, perderebbe il senso del mio locale. Ma quando facciamo degustazioni nei bicchieri di plastica, non posso assolutamente servire un piccolo spicchio di formaggio, non posso avere sedie ma al massimo sgabelli, non posso dar da mangiare nulla.
Quando incontri Confcommercio e per quale motivo?
Venendo da fuori non conoscevo nessuno a cui poter chiedere aiuto ne’ consigli e solo Confcommercio aveva le doti tali per potermi essere di sostegno. Il mio primo incontro fu con Arceci per chiedere un piccolo finanziamento, fu molto disponibile. E poi Tonelli per le pratiche di apertura partita iva, i corsi necessari per poter essere a norma, Arzeni con la sua professionalità e conoscenza.

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