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«Tutte le gabelle e gli aumenti che ci aspettano»

«La propaganda governativa, i tanti tweet del Presidente del Consiglio ed un agguerrito e numeroso ufficio stampa, tendono a voler far credere agli italiani che, finalmente, nel 2015 non ci saranno aumenti o introduzione di nuove tasse. Ma le cose non stanno così».
Senza avere la pretesa di essere esaustivo il direttore Confcommercio Pesaro e Urbino Amerigo Varotti fa «un piccolo elenco degli aumenti o delle nuove tasse che il Governo e il Parlamento con l’approvazione della Legge di stabilità hanno previsto.
- Aumentano le accise su carburanti, birra e sigarette – elenca Varotti - Aumentano le multe per violazioni del codice della strada;
- Aumentano i pedaggi autostradali;
- Viene previsto il pagamento delle tasse automobilistiche anche per gli autoveicoli o motoveicoli di particolare interesse storico e collezionistico;
- Aumenta l’IVA sul pellet di legno dal 10 al 22%;
- Con le norme di salvaguardia è previsto l’aumento dell’IVA: l’aliquota ordinaria del 22% passerà al 24% nel 2016, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018. L’IVA ridotta del 10% salirà al 12% nel 2016 e al 13% nel 2017. Risultato: ulteriore riduzione dei consumi;
- Aumento dei contributi previdenziali: gli autonomi ed i professionisti iscritti alla gestione separata dell’INPS pagheranno un’aliquota più alta pari al 30,72% (prima era al 27,72% o 28,72). Per coloro che sono iscritti oltre che alla gestione separata anche ad altre forme di previdenza oppure sono già in pensione, l’aliquota sale dal 22% al 23,50%. Infine commercianti e artigiani subiscono un incremento dell’aliquota INPS rispettivamente al 22,74% (dal 22,29%) al 22,65% (era 22,2%);
- Per i fondi pensione le tasse salgono dall’11 al 20%;
- Per i lavoratori dipendenti sale dall’11 al 17% l’imposta sostitutiva sul TFR;
- Nuovo Regime dei minimi: è previsto un innalzamento dal 5% al 15% del regime forfetario. Gli autonomi, i liberi professionisti, i free lance (generalmente giovani che aprono una partita IVA per poter lavorare) saranno tartassati e penalizzati oltre che dall’aumento dell’imposta forfetaria da altre limitazioni normative».
E’ lunga e sconfortante la lista presentata da Varotti. «Siamo stanchi delle chiacchiere e dei ciarlatani – conclude il direttore -Non meritiamo di essere presi in giro e di subire ancora l’aumento del debito pubblico, degli sprechi e dei vantaggi e privilegi della casta che invece non diminuiscono».

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