L’ondata di furti verificatasi per alcune notti di seguito negli ultimi giorni sta cominciando a preoccupare anche la Prefettura. Che ieri ha svolto un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica tutto dedicato al tema. Scelta, che, anche dal punto di vista della cronaca, è assolutamente azzeccata. Nel senso che alcune razzie si sono verificate anche l’altra notte, in posti già di recente bazzicati dai ladri: cioè gli uffici dell’ospedale in viale Trieste, poi davanti, nei locali di Pesaro Studi, poi anche all’Istituto Santa Marta. Bottini irrisori, in alcuni casi i malviventi hanno danneggiato solo le macchinette del caffè.
Resta però la piaga. Come curarla? Intanto si parte con «posti di blocco – scrive il prefetto – e di controllo nelle aree maggiormente a rischio e sulle principali arterie della provincia». Poi però il Prefetto chiama in causa le associazioni dei commercianti. E per la Federazione Tabaccai, visto che una delle razzie più devastanti, è stata quella fatta giovedì notte ai danni della tabaccheria Mazzanti, a Montelabbate. In ambedue i casi, il Prefetto lancia un messaggio chiaro, sia ai negozianti in genere che ai tabaccai: usate il più possibile i sistemi di videosorveglianza e di sicurezza anti-rapina. «La Confcommercio e la Confesercenti – scrive la prefettura – a seguito della firma del suindicato Protocollo, hanno già lanciato un progetto “Città Sicura”, che prevede la stipula con un unico istituto di Vigilanza privata di un accordo, a condizioni vantaggiose, che estende a tutti gli associati il servizio di vigilanza nonché un accordo con una ditta specializzata che fornisce sistemi di difesa passiva per l’installazione,a prezzi agevolati di impianti di videosorveglianza».
«L’accordo – dice Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio – c’è già con la Securpol Group, che comprende le guardie giurate per la vigilanza. Lì abbiamo strappato un canone mensile convenientissimo. Mentre con A.S. Tecnologie di Sicurezza ci siamo accordati per l’installazione di telecamere di videosorveglianza: in questo caso il prezzo dipende da quante e come le vuoi mettere. Si è chiesto comunque a Confidi un plafond per finanziamenti ad hoc per le imprese. Oltre a fare dei corsi con Formaconf, per evitare casi come quello che successe al Cozzamara l’anno scorso, costretto a pagare una grossa multa collegata all’uso delle telecamere. La convenzione con le ditte è stata stipulata a fine anno. C’è anche una circolare che inviamo a tutte le imprese della provincia per avvertirle se vogliono aderire al progetto. Sono convinto – conclude Varotti – che il tutto funzionerà».
Troppi furti, si mobilita anche la Prefettura «Più telecamere e posti di blocco»
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