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Obbligo Pos: in attesa delle sanzioni esplodono i costi.

Confcommercio: “atteggiamento persecutorio, speriamo in un ripensamento”

“In Italia sono già installati due milioni di Pos, più che in Francia e in Germania. E l’ipotesi di multare i negozi e le imprese che non si dotano di questo strumento – cosa che peraltro non è prevista in nessun altro Paese europeo – sinceramente ci sembra un atteggiamento persecutorio che non serve certo a favorire la diffusione della moneta elettronica. Confidiamo, quindi, che ci siano i margini per ripensare un provvedimento del genere”. E’ questo il pensiero della Confcommercio in attesa che entro fine mese venga emanato il decreto con le “multe” per negozianti, liberi professionisti e ristoratori che non si adegueranno all’obbligatorietà dei pagamenti elettronici tramite POS.

Entro fine mese, in attesa del decreto apposito, scatteranno le sanzioni per chi non si adegua all’obbligatorietà dei pagamenti elettronici tramite POS (Point of Sale, ovvero il dispositivo che permette al cliente di pagare tramite bancomat o altra carta) Un obbligo già in vigore già dal 2015 per negozianti, liberi professionisti e ristoratori bypassato però dal fatto che sinora non era stato emanato il decreto con cui venissero definite le sanzioni per gli inadempienti.

Ma il problema innanzitutto sono i costi: a due anni dalla disposizione l’osservatorio di SosTariffe.it evidenzia come quelli sostenuti dai negozianti siano aumentati notevolmente, in particolare le commissioni di oltre il 19% dal 2015. I costi totali possono arrivare a 6.300 euro annui (oltre il 40% in più rispetto al 2015). Le commissioni più alte riguardano l’utilizzo di carte di credito rispetto al bancomat anche se non di rilievo, circa un punto percentuale: le commissioni addebitate per ogni transazione sono aumentate del 18,5% per gli acquisti con bancomat e del 19,5% per quelli effettuati con altra carta. Dallo studio emerge anche che i costi più elevati sono sostenuti per il POS fisso piuttosto che per quello mobile. Tra costi fissi, canoni mensili e una tantum per i terminali, commissioni per carte di credito e bancomat, “il mobile payment diventa una vera e propria giungla che può spesso scoraggiare chi vorrebbe fornire un servizio completo al cliente” rileva lo studio. Per tutte le tipologie di esercizio analizzate le carte di credito risultano mediamente le più costose, mentre accettare pagamenti con il bancomat è più conveniente fino al 29% in base all’attività e al POS scelto (convenienza che nel 2015 era del 41%).

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