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Sessanta nuovi ristoranti in spiaggia? Varotti: "Siamo ferocemente contrari"

Si è tenuta questa mattina nella sala del Consiglio del Comune di Pesaro una Assemblea pubblica, organizzata da Confcommercio e Confesercenti, per contrastare il Piano Spiaggia elaborato dal Comune.
Le modifiche al piano spiaggia decise dall'amministrazione comunale di Pesaro sono state al centro dell'assemblea pubblica tenuta stamane in sala del consiglio. "Se non ci fosse stata la vicenda della spiaggia per i cani, probabilmente il piano spiaggia sarebbe già stato approvato qualche giorno fa" esordisce così Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Pesaro-Urbino, che prosegue:

"Abbiamo convocato l'assemblea per discutere di questo problema e per chiedere alla Giunta, all'assessore e al sindaco, un ripensamento su quanto si sta verificando. Confcommercio e Confesercenti, da sempre, lottano contro l'abusivismo nel settore dei pubblici esercizi e della ristorazione. Sul tema dell'attività abusiva sulle spiagge abbiamo più volte sensibilizzato le autorità pubbliche e le amministrazioni comunali, raramente però siamo stati ascoltati".

Il nuovo piano spiaggia "che ovviamente noi non abbiamo - commenta Varotti - perchè gli amministratori si appellano alla legge 241", viene contestato dalle associazioni di categoria per la mancanza di dialogo e confronto e perchè è debole su molti aspetti, primo fra tutti quello ambientale. "Dobbiamo difendere il nostro territorio e non cementificare, anche sul piano spiaggia c'è un problema di nuova superficie che viene occupata per creare nuovi manufatti, ampliare i chioschi e dare la possibilità agli stabilimenti balneari di avere una licenza di ristorazione".

Un settore, quello della ristorazione, già in difficoltà a causa della riduzione dei consumi e del calo dei flussi turistici, che verrà messo in ginocchio dal piano spiaggia che darà la possibilità di creare una sessantina di nuovi ristoranti sulla spiaggia di Pesaro. "Pare un'assurdità che non tiene cointo degli sforzi fatti in questi ulltimi anni dai ristoratori per tenere la crisi e per qualificare la propria attività. Se andiamo ad ampliare a dismisura, senza tenere conto delle esigenze del mercato e di una città, credo che facciamo una grossa stupidaggine che aumenta perchè tutto viene fatto senza dialogo. Si potrebbero trovare degli accorgimenti nell'ambito di una serena valutazione delle esigenze del territorio."

"Non si può dare a tutti la licenza di ristorazione a pochi anni dall'entrata in vigore della Bolkestein che di fatto consentirà di mettere all'asta gli stabilimenti balneari che avranno fatto nel frattenpo investimenti per aprire i ristoranti, investimenti che non riusciranno a recuperare. Perchè non fissare l'obbligo di non affittare i ristoranti? Questo non è un servizio aggiuntivo che concesso allo stabilimento , è un nuovo guadagno che viene dato in maniera, secondo noi, illegittima. Se l'attività di ristorazione, nello STABILIMENTO balneare, è un'attività complementare, deve stare aperta fino a quando rimane aperto lo stabilimento balneare. Non è possibile fare le cene, le feste e che si sia aperti fino a mezzanotte o l'una".

"Su questo piano siamo ferocemente contrari. Questa assemblea é fatta per discutere con l'amministrazione comunale - conclude Varotti - Noi siamo per le imprese e siamo per le regole, non contro le imprese".

"Le iniziative prese e VALUTATE dall'amministrazione comunale vanno contro l'urbanistica moderna, contro le tecniche migliori per la conservazione del suolo. - commenta Borgiani - L'idea di far tornare la destinazione residenziale nei piani terra nelle vie del centro storico, è un'idea che non sta da nessuna parte. Il piano spiaggia porta il consumo del suolo e le concessioni demaniali, con la direttiva Bolkestein, andranno a gara, con il rischio di finire in mano a multinazionali o interessi stranieri. Questo Piano è un controsenso anche per la categoria dei bagnini."

Presenti all'assemblea anche numerosi ristoratori e associati che hanno voluto esprimere le proprie considerazioni. Tra le tante voci anche quella di Alessandro Nani Marcucci Pinoli, proprietario di tre ALBERGHI che fanno anche ristorazione "I turisti tornano a Pesaro grazie alla pubblicità degli albergatori e non dei bagnini. Non chiedo la luna, ma almeno che questi locali non vengano chiamati ristoranti ma tavola calda...non hanno ne la stuttura e ne le risorse dei ristoranti veri. Cerchiamo di puntualizzare questa grossa differenza".

Di temperamento più acceso è sicuramente Sauro del Cigno Bianco "Sono venuto molto incazzato, i bagnini fanno da mangiare in 10mq a 100/200 persone, con due balle e due tavole come arredo. Noi abbiamo delle regole...dobbiamo lavorare tutti ma al mare non si possono fare 200 coperti. Alle 20 quando chiude lo stabilimento balneare deve chiudere anche il ristorante. Vorrei che ognuno facesse la propria professione."

"Non serve dare altre licenze di ristorazione in spiaggia - conclude Di Remigio, presidente ristoratori - Anche perché ci sono già dei ristoranti in spiaggia e sono esercenti da tutelare".

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