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«Ristoratori e battaglie si riparte dalla legalità»

Cecchini di Confcommercio: «In città non ha aderito nessuno all\'iniziativa promossa da Umberto Carriera»

«Zero adesioni in Urbino e penso che questo dimostri la serietà di una categoria, quella dei pubblici esercizi e ristoranti che sono state tra le più, e anche ingiustamente, penalizzate dai provvedimenti. Così anche per come si è sviluppata questa crisi». Interviene in questo modo Egidio Cecchini, referente per Urbino della Confcommercio provinciale sulla vicenda riguardante le aperture dei locali rispetto ai Dpcm. Nello specifico per quanto concerne la campagna «lo Apro 1501», propagandata su tutti i media ed i social anche dal ristoratore pesarese Umberto Carriera. «Onestamente abbiamo tante problematiche e quello che le categorie dei ristoratori e dei pubblici esercizi in genere hanno ottenuto non è assolutamente sufficiente - prosegue Cecchini, entrando nel vivo -. Ma anche la considerazione è stata insufficiente, se in questo paese vuoi avere un'idea di futuro che passa anche da questi settori. Quello che si è ottenuto: ovvero ristori, cassa integrazione e contributi e riduzioni è troppo poco rispetto alle esigenze delle aziende, ma è arrivato legalmente. Quindi grazie alle battaglie sindacali e delle associazioni di categoria grazie allo studio e all'impegno. Così si ottengono risultati. Le azioni di Carriera non hanno portato a niente, non c'è infatti un contributo o una proposta. Niente che governo, Comune o Regione, qui o altrove, che abbia realizzato una sua proposta perché sono solamente personali e demagogiche. Legate a motivazioni che non hanno nessuna attinenza con la capacità di produrre risultati. La gente si è accorta di questo e nella città di Urbino, così come nella provincia, le adesioni sono state praticamente nulle». La situazione per non è bella e non solo per il comparto dei ristoratori. Cosa state facendo come associazione di categoria per ottenere dei risultati? «La categoria - dice Cecchini - sta molto male. A livello nazionale abbiamo riproposto di far riaprire i ristoranti la sera. Ma anche l'implementazione dei ristori perché gli ammanchi sono superiori ai contributi ricevuti. Serve più attenzione anche al futuro delle aziende, ad esempio dal punto di vista dei mutui e dei finanziamenti. Ad esempio che questi possano essere a lega scadenza e a tassi irrisori. In questo modo le aziende potranno ammortizzare nel corso di 10, 20 o 30 le perdite di questi mesi dove comunque hanno cercato di garantire la loro sopravvivenza e tutelando i dipendenti».


Da Il Resto del Carlino Francesco Pierucci

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