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Premio Antiracket a Roberti «Non siamo immuni alla mafie»

Un premio che vuol essere un monito, quello di non pensare che il territorio sia immune da infiltrazioni malavitose.
Alla Giornata dei “Maestri del commercio” organizzata da 50&Più – Confcommercio il 30 ottobre sarà consegnato il XVII Premio Antiracket – Targa della Solidarietà al Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti. L’appuntamento è alle ore 10,30 alla sede della Confcommercio di Pesaro.
Il perché è stato scelto Roberti lo spiega il direttore Amerigo Varotti: «Premiamo personalità che si sono distinte nella lotta alla criminalità. Dopo aver consegnato i riconoscimenti a Piero Grasso e al giudice Gianfranco Caselli, questa volta la scelta è stata unanime su Franco Roberti per il grande contributo alla lotta alle mafie ed essersi battuto per la legalità». Roberti ha anche una valenza particolare visto che è procuratore nazionale Antimafia. Varotti parla del territorio pesarese e dei rischi di infiltrazioni. «Siamo convinti che non possiamo dirci asetticamente al sicuro i moniti del procuratore Manfredi Palumbo, sono ben chiari. Dobbiamo essere vigili, tutte le situazioni di acquisto di strutture, alberghi, negozi, possono nascondere delle insidie. La vicinanza con San Marino e Rimini dove i fenomeni mafiosi sono presenti, non ci fa stare al sicuro. A Gabicce avevamo denunciato l’acquisto di un albergo, ristorante e bar e il sospetto era fondato perché dietro c’erano esponenti della criminalità organizzata».
La relazione
Lo stesso Roberti nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia parla di Pesaro come un territorio in cui «si sono inseriti in maniera penetrante gruppi di matrice etnica che, agevolati dall’assenza di un capillare controllo territoriale da parte di aggregati nazionali di espressione criminale organizzata “classica”, sono riusciti a ritagliarsi il proprio m,argine di manovra nei settori del traffico di stupefacenti, rapine, prostituzione». Quanto alla “criminalità russa” Roberti aggiunge: «Non ha dato segnali di evidente visibilità, seppur negli anni precedenti si sia notato il proliferare di personaggi che hanno investito nel settore industriale del mobilificio nelle provincia di Pesaro agevolati negli interessi da numerosissime società di capitale con sedi legali e amministrative nella vicina Repubblica di San Marino».
Un territorio che merita controlli. «La DDA ha deciso di programmare con le forze di polizia una serie di attività di indagine al fine di verificare la presenza della criminalità organizzata nel contesto delle attività di indagine al fine di verificare la presenza della criminalità organizzata nel contesto delle attività economiche del territorio». Tra le recenti operazioni, va ricordata Damasco in cui un pentito di mafia inviato a Fano ha impiantato un traffico di droga coi metodi delle cosche, un sistema basato sulle minacce e l’usura per riscuotere i crediti. 45 indagati scoperti dai Carabinieri. Poi il caso del caporalato nei cantieri dell’A14. Nelle Marche sono stati sequestrati 21 beni alla mafia, ben 13 dei quali a Pesaro.

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