Buongiorno Giorgio, come nasce questo spazio per cultori dello sport? Quando capisci che a Pesaro mancava una realtà come questa?
Questa attività è nata 18 anni fa qui a Pesaro per una scelta di vita, io ho origini pavesi, ma ho scelto questa città dove mettere radici anche lavorative. Pesaro é un bel posto dove vivere e lavorare e così la Libreria dello Sport nasce qua, ma non perché mancasse una realtà simile.
È facile essere una libreria di nicchia? In Italia siete davvero pochi; esiste nel vostro settore una forma di concorrenza sleale?
Certamente devo ammettere che il mio é un settore molto specifico, di nicchia, messo in vita solo per la mia enorme passione per lo sport, al di là di chi già fosse sul mercato. Devo però dire allo stesso tempo che non si può parlare di concorrenza, non esiste nel mio settore. Io cerco dare un servizio diverso, cerco di realizzare sogni per i miei clienti, parlo con la gente, potrei dire che io cerco la nicchia della nicchia.
Qual è lo sport più richiesto tra i lettori e quali storie si cercano?
Il calcio fa da padrone, è sempre quello che attira maggiormente, vale più il libro della Vis che uno del Manchester. Qui a Pesaro il basket è indubbiamente lo sport trainante ma nella lettura il calcio è il più richiesto.
Sappiamo che hai anche una vetrina online, è un supporto funzionale per la tua attività?
Senza il web in questi tempi non si può andare avanti, mi spiego meglio. Un tempo un negozio come questo lavorava con il pubblico per l’80% e per il 20% in rete, ora si è capovolta totalmente la situazione. Nel tempo ho creato una rete sebbene lo sport è comunque più difficile da vendere, sono in collegamento con le librerie antiquarie. Se i miei clienti hanno richieste particolari cerco di essere sempre presente, la rete mi permette di soddisfare una fetta molto vasta.
Quanta forza e coraggio servono per proseguire in una realtà commerciale come questa?
Non posso che non rispondere tanta forza e coraggio, se penso a chi deve aprire quanta passione deve avere, ma anche quanta incoscienza. La burocrazia è pietosa, è un ostacolo molto grande. Poi pensate ai centri storici: sono desertificati. Io nella mia via Passeri ho visto pian piano perdere vitalità in 18 anni, non abbiamo più l’edicola che creava movimento, non abbiamo più la presenza di realtà come gli artigiani e soprattutto siamo diventati un area ztl. Io posso comunque reputarmi fortunato, perchè chi passa da me sa bene quel che cerca ma è indubbio che il commercio ha subito una grande trasformazione.
“Pesaro l’ombelico del mondo” della storia dello sport
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