Con la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza varata il 30 settembre dal Consiglio dei Ministri, il Governo ha programmato la disattivazione degli aumenti IVA previsti per il 2020 a legislazione vigente. E’ una scelta giusta, che Confcommercio condivide.
Anzi, nonostante il parere di qualche Associazione poco rappresentativa ma molto ascoltata, la Confcommercio da sempre ha “tuonato” contro l’ipotesi di innalzamento dell’IVA.
Infatti 23 miliardi di maggiore IVA avrebbero un impatto negativo sulla crescita pari allo 1,4% del PIL. Ora invece la cancellazione degli aumenti IVA e l’avvio della riduzione del cuneo fiscale potranno concorrere ad una sperabile e necessaria crescita. E far uscire il Paese dall’attuale stagnazione.
Se, infatti alla diminuzione dei consumi, all’aumento della sfiducia di imprese e consumatori, al calo della produzione industriale, alle difficoltà per l’export (anche a causa delle guerre commerciali scatenate da Trump ed alle sanzioni ancora vigenti per la Federazione Russa), si fosse aggiunto l’aumento dell’IVA, la situazione per il Paese sarebbe stata drammatica.
E’ però necessario che il Governo smentisca le ipotesi di aumento dell’IVA sulle imprese alberghiere e della ristorazione che si tradurrebbe in un grave colpo alla competitività del sistema di offerta turistica italiana.
Una follia nel momento in cui la nostra offerta turistica – soprattutto quella balneare – è sottoposta ad una forte concorrenza da parte di molti altri Paesi (purtroppo più competitivi in quanto a costi rispetto al nostro Sistema).
«No all’aumento dell’Iva per alberghi e ristoranti»
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