Il Governo nei giorni scorsi è corso ai ripari con una manovra correttiva di bilancio di oltre 3 miliardi per riportare il “Treno Paese” sui binari dai quali era uscito per la sbornia propagandistica dell’ultimo anno. Un anno in cui è aumentato drammaticamente il debito pubblico (oltre 2.000 euro in più per ogni cittadino(, in cui sono diminuiti gli investimenti ed aumentata la spesa pubblica.
Da tre anni ad ogni conferenza stampa veniva garantito che nel 2017 si sarebbe tagliato l’IRPEF, cioè si sarebbero ridotte le tasse sui cittadini e sulle piccole imprese. Ed invece anche questa volta le promesse non sono state mantenute. Accanto però a qualche aumento di accise e condoni fiscali (il quarto in tre anni) non è stata aumentata l’IVA che qualche esponente governativo e la Confindustria avrebbero voluto.
Per noi di Confcommercio che rappresentiamo la parte più vitale ed innovativa dell’economia, il terziario ed i servizi, l’aumento dell’IVA (peraltro previsto per il 2018) sarebbe una pazzia. Ridurrebbe drasticamente i già bassi consumi generando aumento dei prezzi dei beni e dei servizi. Ridurrebbe la produzione manifatturiera destinata al mercato interno. Un mercato che non cresce; con la stasi dei consumi non cresce nemmeno il PIL e la ricchezza del Paese. Per questo accanto al non aumento dell’IVA serve una riduzione generalizzata dell’IRPEF perché finchè si mantiene questo livello di imposizione fiscale è illusorio attendersi una crescita del PIL e dei consumi come sta avvenendo negli alti Paesi europei.
Manovra economica del Governo
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