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I Bronzi creano sviluppo economico

Un coordinamento provinciale per la promozione culturale e dei musei del territorio. E’ quanto sta pensando la Confcommercio sulla scia di quanto già fatto con il Museo dei Bronzi Dorati di Pergola. L’associazione dei commercianti di Pesaro e Urbino da poco più di un anno gestisce, in accordo con l’Amministrazione comunale di Pergola, il Museo dei Bronzi.
Amerigo Varotti, direttore confcommercio ha voluto il sodalizio con il Comune e sottolinea come i Bronzi «rappresentano una eccellenza del patrimonio artistico e culturale della Provincia ed è abbastanza insolito vedere che una Associazione imprenditoriale decide di condividere le sorti e le gestione del Museo di chi li ospita».
«E’ stata una scelta ben ponderata e che rientra nei nostri obiettivi e azioni di promozione e valorizzazione del territorio. Il Comune di Pegola aveva serie difficoltà gestione affidata ad una Associazione culturale locale, a garantire l’apertura del museo. E così la Confcommercio ha deciso di aggiungere le proprie risorse a quelle del comune per consentire una efficace prosecuzione dell’attività museale sviluppando nel contempo un progetto di promozione in Italia e all’estero di Pergola e del suo Museo. Abbiamo pensato di investire sul gruppo equestre bronzeo perché una loro adeguata valorizzazione può assicurare o potenziare le opportunità di sviluppo economico e turistico dell’area e delle imprese del territorio. Ed i risultati sono stati soddisfacenti a un aumento dei visitatori».
Questo è un primo passo, ma l’associazione vuole di più. «Siamo convinti – sottolinea Varotti – che il nostro sviluppo economico passa per la valorizzazione di cultura e turismo. E così, abbiamo deciso di contribuire a promuovere e valorizzare il Museo dei Bronzi, ma stiamo lavorando attivamente, con altri soggetti, alla creazione sul territorio provinciale di un coordinamento delle attività turistiche e culturali».
Questo perché «crediamo fermamente nella necessità di investire in cultura e turismo quali motori di sviluppo economico. I beni culturali italiani sono un settore produttivo vero e proprio, ogni anno milioni di viaggiatori stranieri scelgono il nostro Paese come meta turistica, attratti dai percorsi culturali che non riguardano solo le grandi città del classico tour in Italia (Roma, Firenze, Venezia) ma anche i così detti centri minori, gli eventi, le mostre, i festival».
«Bisogna investire di più nella cultura come attività economica. E invece si privano di questi settori delle risorse necessarie.
Il Ministro Tremonti sosteneva che con la cultura “non si mangia”. E con questa logica dal 2001 al 2013 il bilancio del mistero dei Beni Culturali si è dimezzato: da 2,7miliardi si è passati a 1,5 miliardi, solo lo 0,2% del bilancio dello Stato».

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