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“Da Peppe”, quando la piadina diventa il brand più amato della Provincia

Squadra che vince non si cambia. Un sogno che in pochi anni è diventato realtà attraverso serietà, saggezza, attenzione ai particolari. Ecco l’ultima realtà pensata e voluta con grande energia del fratelli Ricci: Birracruda

Buongiorno Alessandro , raccontaci la storia della piadineria “Da Peppe” trasformatasi nel brand più amato dalla Provincia di Pesaro e Urbino.
“Da Peppe”nasce nel 2004 con il chiosco in Baia Flaminia di mio fratello. Dopo 2 anni di attività solo estiva, vista la richiesta della clientela (molti dei quali amici), abbiamo deciso di metterci in società e abbiamo trovato il locale in via Bixio sotto l’hotel San Marco, nato nel 2006. Ci siamo impegnati molto a lavorare, abbiamo visto che il riscontro era positivo e nel 2009 abbiamo deciso di spostarci anche in Provincia, precisamente a Montecchio e abbiamo fatto un bel locale nella zona industriale e anche il laboratorio, che serviva perché la produzione iniziava ad essere maggiore. A Montecchio la partenza è stata un po’ in sordina ma ha dato subito buoni effetti. Nel 2011, passeggiando al mare, in via Ninchi, ho notato un locale storico ma in decadenza, con buona posizione e ho proposto di comprarlo: l’abbiamo ristrutturato completamente, ci abbiamo investito, messo i primi due soci operativi (gli storici ex proprietari del Bel Sit), e così è nato “Da Peppe Mare”, che è subito partito bene e di anno in anno migliorato sempre più. Poi nel 2014 abbiamo aperto nel centro commerciale a Urbino con due dipendenti poi diventate socie, e, quasi simultaneamente, abbiamo aperto anche a Fano con un amico diventato socio.

Quanto è stato importante per voi l’alimento piadina e come da questa ne sono nati diversi concept restaurant?

Il tutto è nato con solo piadina, insalata di farro e cous cous. Poi, essendo un locale aperto tutti i giorni, abbiamo capito di dover allargare la forbice, ma non troppo perchè non vogliamo sprecare i prodotti, quindi abbiamo deciso di allargare il menù anche al discorso zuppe, legumi e primi piatti e questo insieme è diventato magico, è quello che ci dà la forza: piatti sani, leggeri e a prezzi contenuti.

Come dicevamo siete a Pesaro con due realtà centro e mare, passando per Fano e poi attraversando l’entroterra da Montecchio fino ad Urbino, con una bella new entry: il birrificio e birreria “Birracruda” a Villa Fastiggi. Quando avete capito che era il momento di espandersi?

Erano anni che mio fratello Peppe mi diceva che gli sarebbe piaciuto fare la birra, ma era un grosso investimento soprattutto per l’acquisto dei macchinari; inoltre io ero più propenso a fare solo produzione, Peppe invece voleva anche la vendita, quindi con a fianco un pub-ristorante (come è), ed aveva ragione lui, perché avere a fianco il locale ti aumenta il raggio di vendita. In realtà il consumo di birra negli ultimi 10 anni non è aumentato, e sono invece aumentati i birrifici artigianali. Noi siamo voluti entrare in questa realtà sia perché, avendo già 6 locali ed essendo quindi conosciuti, qualche cliente lo avremmo avuto comunque, e inoltre perché in questo settore ci sono i margini per abbassare i prezzi, qualità non deve essere sinonimo di costoso: infatti da noi una birra media artigianale costa 3,50 euro. Abbiamo già due nostre birre buone e tra 2 settimane ne usciranno altre due; vogliamo imparare a farla bene e con noi ci sono i Mastri Birrai che staranno con noi fino a che non ci avranno insegnato tutti i segreti del mestiere, e il nostro socio Andrea è responsabile della funzione birra.

Avete anche le bottiglie di birra, oltre i fusti?

Per ora abbiamo solo fusti, ma abbiamo in programma a breve anche le bottiglie. Il messaggio che vorrei far passare è che la birra artigianale fa bene. Mentre il prodotto industriale è molto pastorizzato, quindi uccide tutto quello che è lievito e sostanze nutritive dei luppoli, nella birra artigianale non c’è pastorizzazione, il tempo di conservazione ovviamente è minore, ma mantiene tutte le sue proprietà nutritive; il luppolo infatti è un antiossidante e, una birra fatta bene, ha al suo interno minerali e vitamine che apportano molti benefici per l’organismo.

Chi ha curato l’arredamento qui?
E’ stato curato da Peppe e Silvia Urbinati, la nostra interior designer che ha seguito l’arredamento di tutti i nostri locali. Qui le abbiamo dato quasi carta bianca, pensate che la scritta all’interno Birracruda è stata fatta da dei writer che scritto e ci curano anche l’esterno.

Il bio, il km0 sono da sempre una vostra peculiarità, come nascono certe partnership?


E’ Peppe che si occupa di tutto questo fin dall’inizio: è lui che ha cercato e trovato tutti i fornitori, i vari prodotti della zona (legumi, formaggi, farine). In questa scelta non abbiamo cercato il prezzo minore, ma il miglior rapporto qualità-prezzo, per poterlo poi riferire anche nella vendita, proponendo piatti di qualità ma a prezzi contenuti. Ora abbiamo inserito il piatto del giorno, che rende più contenta la clientela che frequenta il nostro locale magari tutti i giorni, e ha così più varietà di scelta. Non vogliamo fare troppe cose perchè poi si rischia di farle male, vogliamo farne poche ma di qualità.

I prossimi progetti? Serviranno più forza o coraggio?


Sono due sostantivi verissimi nel nostro caso: coraggio perchè ci abbiamo investito veramente tanto, i risparmi di una vita; la forza perchè ci vuole forza fisica per lavorare 12 ore al giorno e mentale per affrontare la burocrazia tutti i giorni. Questa estate abbiamo un nuovo progetto: prenderemo un punto vendita allo Chalet a mare, poi ci piacebbe espandercu a livello italiano come franchising. Inoltre, avendo una sorella che vive a Berlino, ci piacerebbe anche spostarci all’estero.

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