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Commercio e ritardi culturali

Diversi Sindaci della nostra Provincia con la “divisa” da Consiglieri provinciali nelle settimane scorse hanno a più riprese approvato la variante al Piano “urbanistico” provinciale per consentire la realizzazione di un OUTLET nel Comune di Mondolfo.
Contemporaneamente in diversi Comuni si stanno ipotizzando nuovi supermercati o centri commerciali ed anche nella vicinissima Romagna si discute della possibile realizzazione di un outlet ai nostri confini.
Da poco –prevista dalla variante al PRG del Comune di Fano contestata da Confcommercio e consentita dalla legislazione sul raddoppio automatico della superficie di vendita – è stato raddoppiato un ipermercato alle porte di Fano.
Negli stessi giorni la Regione Abruzzo ha deciso di bloccare la grande distribuzione fino al 2021 ed in Trentino Alto Adige hanno stabilito che lì non si faranno più centri commerciali.
Posizione queste ultime che vanno nella direzione più moderna dello sviluppo economico sostenibile: quello che negli Stati Uniti vede la chiusura di circa il 50% dei centri commerciali esistenti.
Evidentemente in questa Provincia assistiamo ad un ritardo culturale e ad una povertà di idee sullo sviluppo economico.
Nell’indifferenza di amministratori e Sindaci i piccoli negozi chiudono; si svuotano i centri storici, i piccoli borghi, a causa della crisi, degli alti affitti, della pressione fiscale (che non è diminuita) e per l’assurda politica urbanistica che ha consentito la nascita e la crescita di grandi strutture di vendita nelle periferie delle città queste strutture sono un corpo estraneo - luoghi inesistenti o non luoghi che, grazie all’incapacità degli amministratori, hanno determinato la chiusura e la morte di tante botteghe, tanti artigiani che erano l’anima delle nostre città.
Puntando, peraltro, ad un modello di sviluppo vecchio, che punta alla cementificazione del territorio, alla morte delle città che, in assenza di botteghe e di relazioni sociali determinate dalla presenza diffusa delle attività commerciali, vengono vivacizzate artificialmente – in alcune occasioni – dopo averne decretato la morte. E questa è una politica vecchia voluta da vecchi politici (ancorchè giovani).

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