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Buste a pagamento Balzello sulla spesa

La rabbia in fiLa al supermercato Bocciata la sorpresa del sacchetto Buste biodegradabili ma a pagamento, scoppia la protesta: «Favoriscono gli amici di Renzi» Varotti: «La norma non è stata imposta dall'Europa ma è una scelta del Governo» IL BALZELLO PESARO L'anno zero alle casse dei supermercati. Perché oltre alle pere, mele, banane i clienti scoprono di dover pagare anche la busta della frutta biodegradabile 2 centesimi di euro. Ed è subito polemica. Una norma passata sotto traccia finché lo scontrino da ieri ha iniziato a farla conoscere.
Lo stabilisce una norma inserita nel decreto legge Mezzogiorno, con l'articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017 dal Parlamento. Ieri mattina nei supermercati era già caos. «Non sa quante persone hanno chiesto chiarimenti - spiega una cassiera di un market del centro - la gente è arrabbiata, vuole capire perché. Non abbiamo fatto altro che dire che non dipendeva da noi, ma non è così facile. Pensano sia un'ulteriore tassa sulla spesa».

Le regole La norma vuole che i sacchetti di plastica ultraleggeri — quelli che solitamente si usano per imbustare frutta e verdura ma anche per carne, pesce, gastronomia e prodotti di panetteria — dovranno essere esclusivamente biodegradabili e compostabili. Non saranno più gratis e si dovranno pagare come già avviene per le altre buste della spesa. E se ne paga una per ogni tipo di frutta. Non è difficile arrivare a 1015 centesimi in più per ogni spesa. Anche per gli esercenti non conviene trasgredire la nuova norma perché le multe sono salate da 2.500 euro a 25 mila euro ma possono salire 100mila euro se la violazione riguarda quantitativi ingenti o se il valore delle buste fuori legge è superiore al 10 per cento del fatturato del trasgressore.

II direttore provinciale Confcommercio Amerigo Varotti commenta la situazione: «Non è stata imposta dall'Europa come lo si vuol far passare. Era stata inserita come opzione, la scelta è stata del Governo. «Va detto che la salvaguardia dell'ambiente è un dato necessario. Già nel 1987 organizzai un convegno sull'uso del sacchetto di carta e non plastica a San Leo in cui partecipò il ministro all'Ambiente dell'epoca In questo caso però sembra che la misura serva a poco. Il costo non salvaguardia l'ambiente. Mi sembra un ulteriore balzello a carico del commerciante e dei consumatori, una tegola che devono sorbirsi i cittadini che hanno già avuto dal primo gennaio l'aumento del gas, dell'energia elettrica e del pedaggio delle autostrade. E' ingiustificato, un'operazione che non capiamo come Confcommercio. Di fatto un invito a non andare ai supermercati».

La politica dei sacchetti. Anche la sindaca di Montelabbate si è schierata contro i sacchetti, ma per motivi tutti politici. «Boicottiamo, lasciamo la frutta negli scaffali. I sacchetti arricchiscono azienda sostenitrice di Renzi». II riferimento è un'azienda produttrice la cui leader avrebbe partecipato a una passata Leopolda renziana. E poi ci sono i piccoli punti vendita, spesso in difficoltà di fronte alla grande distribuzione. Alessandro Ligurgo, responsabile pesarese Confesercenti sottolinea: «I piccoli negozi continueranno a usare i sacchetti di carta, quindi la scamperanno rispetto a questo ulteriore balzello. Può essere un ottimo ritorno per loro, coi clienti che potrebbero tornare al prodotto di qualità non industriale e scegliere anche chi non fa pagare i 3 o 7 centesimi del sacchettino. Sotto questo punto di vista i piccoli commercianti potrebbero beneficiarne. Altrimenti per la grande distribuzione è una tassa per tutti, dal commerciante al cliente».

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