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Arzeni: «Discoteche chiuse, circoli aperti»

Discoteche nel mirino, ma il mondo della notte deve fare i conti con mancati fatturati, posti di lavoro a rischio, famiglie senza stipendi e lottare contro l'abusivismo che c ë a Pesaro. A lanciare l'allarme è Marco Arzeni, segretario del Silb Confcommercio, il sindacato dei locali da ballo. E lo fa partendo dalla situazione generale per poi calarsi nel pesarese.

La situazione generale «In questi giorni stiamo assistendo alla demonizzazione delle discoteche. Non è una novità, non siamo mai stati simpatici ai media dai tempi di chi esprimeva una volontà di divertirsi alle famigerate "stragi del sabato sera" per arrivare oggi alla definizione di untori di manzoniana memoria. Sicuramente atteggiamenti sbagliati di alcuni pseudo-operatori "troppo in vista e invisi a tanti" hanno avallato questi stereotipi. Ma il mondo dell'intrattenimento è composto da oltre 3.500 imprese, quindi 3.500 imprenditori che danno lavoro a migliaia di operatori e famiglie, un settore che fattura centinaia di milioni di euro e contribuisce all'appetibilità del nostro modello turistico». A Pesaro i numeri dicono che i locali da ballo sono «circa 25 quelli autorizzati - spiega Arzeni - Danno lavoro a circa 280-300 perso- ne direttamente. Ma poi occorre contare tutto quello che ruota intorno come le orchestre, i dj, i PEr, ballerine professioniste. Parliamo di tante persone che vivono di questo anche in provincia Imprenditori con investimenti pesanti alle spalle». Ma il mondo dell'intrattenimento poi non è solo discoteca perché il Silb cita «anche balera, salsa, liscio, tango, balli di coppia Un mondo frequentato da persone adulte e tranquille ed ecco, i luoghi comuni sul mondo della notte diventano ridicoli e assurdi. La discoteca è un'azienda Molto dipende da chi la gestisce, il resto dipende da chi la frequenta. Perciò la discoteca si fa carico, suo malgrado, dei problemi giovanili. Diventa refugium peccatorum».

Aperti per un mese I locali sono stati chiusi per legge da marzo, salvo la riapertura per poco più di un mese, «per poi essere richiusi di nuovo con infamia - spiega Arzeni - Quindi, sul settore è nato un pregiudizio poi solidificato dalla stampa e dalle cronache. Tutto questo mentre la gente perde il lavoro, gli imprenditori non hanno visto alcun sostegno per le loro imprese, molti hanno visto andare in fumo investimenti di milioni di euro e forse molte aziende non riapriranno mai più. E poi la beffa delle beffe». Già perché «mentre chiudono discoteche e locali da ballo spuntano magicamente nuovi locali, nuove forme di intrattenimento in cui si fa esattamente quello che si fa in discoteca. Il dJ di turno che coinvolge centinaia di persone nel locale sul lungomare oppure in una villa privata oppure nel circolo magari sotto il Comune. Questo accade anche a Pesaro, perché si sono chiusi due occhi quando ci sono le feste e i balli in spiaggia. C'è un abusivismo diffuso. C'è chi deve ottenere un'agibilità di un locale e dei permessi e chi accende lo stereo. Poi succede quello che abbiamo visto a Ferragosto in spiaggia con qualcuno che è caduto dal pero. Cosa chiede quindi il settore? Null'altro che un sostegno per un modello di ripresa delle attività economiche compatibile con la tutela della salute di utenti e lavoratori».


da il Corriere Adriatico

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