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Aiuti post sisma: il Governo si “dimentica” della Provincia di Pesaro

“Assurdo. Imprese turistiche, ristoratori e albergatori di Urbino e della provincia esclusi dai benefici economici riconosciuti finalmente dal governo per i danni indiretti del terremoto. Tutte le altre realtà marchigiane, invece, ne potranno giustamente beneficiare. Siamo arrabbiati, molto arrabbiati”. Amerigo Varotti, direttore della Confcommercio Pesaro Urbino, denuncia a gran voce quella che ritiene una vera e propria “ingiustizia” nei confronti delle attività della provincia pesarese. A sostenere la tesi, accanto a lui, il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, il titolare dell’hotel Raffaello Giulio Lonzi e Maria Grazia Nardini, assistente della Senatrice Camilla Fabbri che ha presentato un emendamento nell’intento di ricucire la situazione.

Chi può usufruire dei benefici
Il decreto n.8 del febbraio scorso riconosce il danno indiretto a pubblici esercizi, imprese artigianali e alberghi che possano dimostrare di aver subìto, a causa della risonanza dell’evento sismico, una riduzione di almeno 30 per cento del fatturato calcolato sulla media del triennio precedente. Ovviamente queste aziende devono essere localizzate nella provincia in cui esiste un Comune direttamente colpito dal terremoto, ovvero, in cui sono stati registrati danni strutturali. Tutte le altre province marchigiane sono state inserite nel provvedimento, Pesaro-Urbino no. Lo stanziamento previsto a sostegno delle imprese è di 23 milioni, ma è destinato anche alle attività colpite nei Comuni dell’Umbria e del Lazio.

Un passo indietro
“Già da ottobre – ha spiegato Varotti – avevamo chiesto al governo il riconoscimento del danno indiretto subìto dalle nostre imprese. Nel momento in cui è arrivato, siamo stati ingiustamente esclusi. Assurdo”. In realtà, la provincia di Rossini e Raffaello, nella prima stesura della normativa al Senato, risultava inserita tra le aree che potevano usufruire dei benefici, poi però era stata stralciata alla Camera disconoscendo i danni immediati della scossa sulla città di Urbino. E di conseguenza cancellando l’estensione dei benefici anche agli altri Comuni della provincia. “Ma noi non siamo esenti dalle conseguenze del sisma – ha precisato il sindaco Gambini – Il Duomo è ancora chiuso e danni sono stati registrati anche alla scuola d’arte Bramante e al Delegato Albani. Danni conclamati e accertati. Urbino a tutti gli effetti può ritenersi realtà colpita”. In questo modo permetterebbe di rientrare nel provvedimento anche al resto del territorio.

Le Conseguenze
“I danni sono evidenti e ben pesanti – ha incalzato Varotti –Minori presenze e fatturato a Urbino e Gradara. E non solo. A dicembre per la manifestazione di Candele a Candelara si è calcolato un calo del 50 per cento di presenze nei nostri hotel. Molti visitatori hanno alloggiato in Romagna per la paura del terremoto. Perché purtroppo sui Tg e sui giornali si è sempre parlato in generale di sisma nelle Marche. Una generalizzazione che non è avvenuta per il Lazio e l’Umbria e che ci ha danneggiato fortemente. E il fenomeno non accenna a fermarsi. A Urbino nei primi due mesi di quest’anno si è registrato un calo del 70 per cento di turisti. La situazione sotto questo profilo è molto seria. Ora, oltre alla rabbia, subentra anche la beffa”. “A febbraio – ha continuato Gambini – ho riunito 34 sindaci. Tutti hanno riconosciuto danni indiretti superiori al 30 per cento”

Le accuse alla Regione
Varotti e Gambini hanno lamentato l’assenza di interlocutori istituzionali. In primis la Regione, accusata di “non aver seguito bene l’intera vicenda”. “L’ho già detto – ha dichiarato Gambini – ci sentiamo abbandonati anche sulla viabilità. Mi sembra di assistere a un certo lassismo da parte della Regione. Che poteva mettere in piedi azioni concrete già dalla fine del 2016. Invece non si è mossa”.

“Abbiamo – ha incalzato Varotti riferendosi a Matteo Ricci – qualcuno che ha ruoli politici nazionali, ma non se ne è occupato. Chiediamo ai parlamentari e ai sindaci di correre ai ripari, altrimenti qui monta la rabbia degli albergatori”.

La correzione in extremis
Non tutto comunque appare perduto. La Senatrice Camilla Fabbri ha predisposto un emendamento da inserire nella cosiddetta ”manovrina”, tale da permettere l’estensione dei benefici anche alle imprese di Pesaro e Urbino. “Questione di giorni – ha rassicurato Maria Grazia Nardini – se il documento verrà assegnato al Senato se ne occuperà direttamente la senatrice, se finirà invece alla Camera interverrà l’Onorevole Marco Marchetti”.

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