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" Con una mano dà, con l'altra prende"

La preoccupazione più grande é l'aumento dell'Iva al 25,5% per il 2018

Nella legge di stabilità presentata dal Governo Renzi ci sono provvedimenti molto positivi ed altri assolutamente negativi.
Sembra un gioco: con una mano il Governo dà, con l’altra il Governo riprende.
Ed in tutto questo gioco probabilmente a pagarne le spese saranno ancora una volta le piccole imprese.
Assolutamente positivo l’intervento sull’IRAP da cui sarà eliminata la componente lavoro (per 5 miliardi): per cui le Aziende con dipendenti pagheranno meno IRAP nel 2015.
Buona la previsione di azzerare per tre anni i contributi per i neo-assunti. Buona la conferma del bonus di 80 euro che però non cambia platea: restano esclusi gli incapienti e le partite IVA (loro hanno meno diritti?).
Ma assolutamente negativi altri provvedimenti che avranno da un lato effetti depressivi sui consumi (ancora?) e sul PIL. E’ previsto un futuro aumento dell’IVA: l’aliquota del 22% passerà al 24%, al 25% nel 2017 e al 25,5% nel 2018. Mentre l’aliquota ridotta del 10% passerebbe prima al 12 e poi al 13%.
Inoltre aumenteranno le accise sui carburanti che comporteranno per il 2015 un rincaro di 3,3 centesimi al litro per la benzina e il gasolio (fino a raggiungere 11 centesimi nel 2018 con l’incremento dell’IVA).
C’è poi la partita assurda del TFR e dei fondi pensione.
Da marzo 2015 i lavoratori potranno richiedere la liquidazione mensile del TFR in busta paga. Non solo si creeranno enormi problemi alle imprese (che non hanno liquidità) ma i lavoratori su quelle somme pagheranno tasse più alte rispetto a quelle agevolate previste dall’attuale normativa; potrebbero superare il limite dei 26 mila euro di reddito e perdere il bonus di 80 euro. La stretta sui fondi pensione, poi, è ridicola: viene portata la tassazione dall’11,50% al 20%. In questo modo, penalizzando i fondi pensione non si aiutano i giovani a costruirsi un futuro pensionistico.
Si sa che le nuove generazioni avranno una pensione ridotta di almeno il 45% rispetto a chi va oggi in pensione.
Per questo negli anni molto si è lavorato per incentivare la creazione di un’altra “gamba” previdenziale rispetto a quella pubblica.
Oggi si fa retromarcia, pur di incassare un po’ di miliardi e non tagliare gli sprechi.

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